Ascoltare l’anima per una vita di consapevolezza
Il pensiero di Gurdjieff e la moderna pratica della Mindfulness condividono l’obiettivo di risvegliare la consapevolezza e superare gli automatismi mentali, utilizzando pratiche di auto-osservazione e meditazione per promuovere una vita più consapevole e autentica.
Georges Ivanovič Gurdjieff è stato un filosofo, scrittore, mistico, esoterista, compositore, musicista e maestro di danze di origine greco-armena.
Nato ad Aleksandropol (oggi Gyumri, Armenia), Gurdjieff è noto per aver sviluppato un sistema di pensiero e pratica spirituale noto come la “Quarta Via” che si distingue dalle tre vie tradizionali dell’ascetismo: la via del fachiro, la via del monaco e la via dello yogi. Queste tre vie si concentrano rispettivamente sul corpo, sulle emozioni e sulla mente, ma Gurdjieff riteneva che ciascuna di esse fosse incompleta se seguita isolatamente.
Le Tre Vie Tradizionali
La Via del Fachiro: Questa via si focalizza sul controllo del corpo attraverso pratiche ascetiche e di resistenza fisica. Il fachiro cerca di sviluppare la volontà dominando il corpo fisico.
La Via del Monaco: Questa via si concentra sullo sviluppo delle emozioni attraverso la fede e la devozione. Il monaco cerca di raggiungere stati superiori di coscienza attraverso l’amore e la preghiera.
La Via dello Yogi: Questa via si basa sull’uso dell’intelletto e della conoscenza per raggiungere la padronanza di sé. Lo yogi lavora principalmente con la mente per ottenere la comprensione e la saggezza.
La Quarta Via
La Quarta Via, invece, propone un approccio integrato che combina il lavoro sul corpo, sulle emozioni e sulla mente simultaneamente. Gurdjieff sosteneva che questo metodo fosse più efficace perché permetteva uno sviluppo armonico e completo dell’individuo senza la necessità di ritirarsi dal mondo o di dedicarsi esclusivamente a una singola pratica.
Principi Fondamentali della Quarta Via
Auto-Osservazione: Un elemento chiave della Quarta Via è l’auto-osservazione, che implica una costante attenzione a sé stessi e alle proprie azioni. Questo aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza e a identificare i comportamenti automatici.
Ricordo di Sé: Questo concetto centrale nel pensiero di Gurdjieff implica mantenere una consapevolezza costante di sé stessi mentre si interagisce con il mondo esterno. È un esercizio di presenza che mira a risvegliare la coscienza dormiente.
Lavoro sui Tre Centri: La Quarta Via enfatizza il lavoro simultaneo sui tre centri dell’essere umano: il centro fisico, il centro emozionale e il centro intellettuale. Questo approccio integrato mira a sviluppare un equilibrio armonico tra tutte le parti dell’individuo.
Pratiche della Quarta Via
Le pratiche della Quarta Via includono esercizi di auto-osservazione, meditazione, danze sacre e movimenti specifici progettati per armonizzare corpo, mente ed emozioni. Queste pratiche sono spesso svolte in gruppo, sotto la guida di un insegnante esperto, per facilitare il processo di apprendimento e di sviluppo interiore.
Obiettivo della Quarta Via
L’obiettivo finale della Quarta Via è il risveglio della coscienza e la realizzazione del vero sé. Gurdjieff credeva che solo attraverso un lavoro interiore costante e disciplinato fosse possibile liberarsi dagli automatismi e dai condizionamenti esterni, raggiungendo così una vita più consapevole e autentica.
La Quarta Via di Gurdjieff rappresenta un percorso di trasformazione e realizzazione spirituale che richiede impegno, pratica e dedizione. Questo percorso offre strumenti per navigare la complessità della condizione umana, con l’obiettivo ultimo di svegliarsi a una realtà più profonda e ricca.
Il ricordo di sé
Georges Ivanovič Gurdjieff sosteneva che la maggior parte degli esseri umani vive in uno stato di “sonno” o inconsapevolezza, una condizione in cui le persone agiscono in modo meccanico, senza vera consapevolezza di sé e delle proprie azioni. Questo stato è paragonabile al concetto orientale di maya, che rappresenta l’illusione della realtà percepita attraverso i sensi.
Secondo Gurdjieff, per raggiungere un livello superiore di consapevolezza e vitalità, è necessario risvegliarsi da questo stato ipnotico. Questo risveglio si ottiene attraverso il “Ricordo di Sé” (Self-Remembering), un concetto centrale nel suo insegnamento. Il “Ricordo di Sé” implica una costante auto-osservazione e una divisione dell’attenzione tra l’osservazione del mondo esterno e la consapevolezza di sé stessi. Questo esercizio di presenza permette di sviluppare una maggiore consapevolezza delle proprie azioni, pensieri ed emozioni, portando a una vita più autentica e consapevole.
Il “Ricordo di Sé” è simile all’illuminazione buddhista, in quanto entrambi i concetti mirano a un risveglio della coscienza e a una liberazione dall’illusione e dall’automatismo. Nel buddhismo, l’illuminazione rappresenta il raggiungimento di una comprensione profonda della natura della realtà e la liberazione dal ciclo di nascita e morte (samsara). Analogamente, Gurdjieff vedeva il “Ricordo di Sé” come un mezzo per trascendere lo stato di sonno ipnotico e raggiungere un livello superiore di vitalità e consapevolezza.
Gurdjieff riteneva che l’essere umano fosse una macchina condizionata da influenze esterne e che solo attraverso un lavoro interiore fosse possibile risvegliare la vera essenza di sé stessi. Questo lavoro interiore includeva pratiche come la meditazione, l’auto-osservazione e l’attenzione divisa, tutte finalizzate a sviluppare una maggiore consapevolezza e a rompere gli schemi meccanici che governano la vita quotidiana.
Gurdjeff e le tradizioni spirituali
La filosofia di Georges Ivanovič Gurdjieff è un affascinante intreccio di diverse tradizioni spirituali e religiose, tra cui il sufismo, il cristianesimo esoterico, il buddhismo e l’induismo. Questa combinazione non è un semplice sincretismo, ma piuttosto un sistema integrato che mira a risvegliare la consapevolezza e a superare gli automatismi psicologici ed esistenziali che condizionano l’essere umano.
Sufismo
Il sufismo, la corrente mistica dell’Islam, ha influenzato profondamente Gurdjieff, in particolare attraverso le danze sacre dei dervisci rotanti. Queste danze non erano solo espressioni artistiche, ma strumenti per raggiungere stati di coscienza superiore e per armonizzare corpo, mente ed emozioni. Gurdjieff incorporò queste pratiche nel suo insegnamento, utilizzandole come mezzo per sviluppare la presenza e la consapevolezza.
Cristianesimo Esoterico
Gurdjieff definiva la sua “Quarta Via” come una forma di cristianesimo esoterico, che si distacca dalle pratiche religiose convenzionali per concentrarsi su un’esperienza diretta e personale del divino. Questo approccio esoterico enfatizza la trasformazione interiore e il risveglio della coscienza, piuttosto che l’adesione a dogmi o rituali esterni.
Buddhismo
Dal buddhismo, Gurdjieff prese l’idea dell’illuminazione e del risveglio dalla condizione di sonno ipnotico in cui vive la maggior parte degli esseri umani. Il concetto di “Ricordo di Sé” di Gurdjieff è simile alla pratica buddhista della consapevolezza (mindfulness), che mira a mantenere una costante attenzione e presenza nel momento presente.
Induismo
L’influenza dell’induismo è evidente nella visione di Gurdjieff dell’essere umano come una macchina condizionata da influenze esterne. Questo concetto richiama l’idea induista del samsara, il ciclo di nascita, morte e rinascita, governato dal karma. Gurdjieff credeva che solo attraverso un lavoro interiore fosse possibile liberarsi da questi condizionamenti e raggiungere la vera essenza di sé stessi.
Lavoro Interiore
Gurdjieff sosteneva che l’essere umano è una macchina, programmata da influenze esterne e abitudini inconsce. Per superare questa condizione, egli proponeva un intenso lavoro su di sé, che includeva pratiche di auto-osservazione, meditazione e attenzione divisa. Questo lavoro interiore mirava a risvegliare la coscienza dormiente e a sviluppare una maggiore consapevolezza e controllo sulle proprie azioni e reazioni.
In sintesi, la filosofia di Gurdjieff è un sistema complesso e integrato che combina elementi di diverse tradizioni spirituali per promuovere il risveglio della coscienza e la realizzazione del vero sé. Questo approccio multidisciplinare riflette la sua convinzione che la crescita spirituale richieda un equilibrio tra corpo, mente ed emozioni, e che solo attraverso un lavoro interiore costante sia possibile raggiungere la vera libertà e consapevolezza.
La metafora della carrozza
Gurdjieff utilizzava frequentemente la metafora della carrozza per illustrare la condizione dell’essere umano. In questa analogia, la carrozza rappresenta il corpo fisico, i cavalli simboleggiano le emozioni, il cocchiere è la mente e il passeggero incarna la coscienza.
Secondo Gurdjieff, la coscienza è spesso assopita in uno stato di sonno, permettendo alle emozioni (i cavalli) e alla mente (il cocchiere) di guidare il corpo fisico (la carrozza). Questo stato di sonno della coscienza solleva una domanda cruciale: quanta consapevolezza abbiamo realmente delle nostre azioni, parole e decisioni?
Quando le emozioni prendono il sopravvento, diventiamo come cavalli impazziti, incapaci di comprendere appieno le conseguenze delle nostre azioni. Riflettiamo su quei comportamenti che mettiamo in atto automaticamente, diventati ormai abitudini. Quante volte ci troviamo a scegliere le stesse situazioni o a frequentare le stesse persone, anche quando non sono più desiderate o necessarie, semplicemente perché ci sono familiari?
In questi casi, il cocchiere segue sempre la stessa strada, determinando l’andatura dei cavalli in base ai programmi e alle credenze apprese nel corso degli anni. Per cambiare direzione, il cocchiere deve ascoltare la voce del passeggero, il nostro Vero Sé, l’unico in grado di indicare la strada giusta.
Quando il passeggero è sveglio, può finalmente valutare se la strada scelta dal cocchiere e l’andatura dei cavalli sono frutto di una decisione consapevole. Solo allora può decidere se proseguire o cambiare direzione. Ecco perché è fondamentale riappropriarsi della propria direzione e guidare la carrozza in armonia con le proprie emozioni, sensazioni e pensieri, essendo pienamente presenti a noi stessi.
Questa metafora sottolinea l’importanza di risvegliare la nostra coscienza per vivere una vita più consapevole e autentica, in cui siamo noi a dirigere il nostro percorso, piuttosto che essere trascinati dalle emozioni e dai pensieri automatici.
Il legami con la Mindfulness
Il pensiero di Georges Ivanovič Gurdjieff e la moderna pratica della mindfulness condividono diverse somiglianze, nonostante le loro origini e contesti culturali differenti. Entrambi i sistemi mirano a risvegliare la consapevolezza e a superare gli automatismi della mente, promuovendo una vita più consapevole e autentica.
Risveglio della Consapevolezza
Gurdjieff sosteneva che la maggior parte degli esseri umani vive in uno stato di “sonno” o inconsapevolezza, agendo in modo meccanico senza vera consapevolezza di sé e delle proprie azioni. Questo concetto è molto simile all’idea centrale della mindfulness, che si focalizza sulla consapevolezza del momento presente e sulla liberazione dai condizionamenti mentali abituali. Entrambi i sistemi vedono il risveglio della consapevolezza come un mezzo per vivere una vita più piena e significativa.
Auto-Osservazione e Presenza
Un elemento chiave del pensiero di Gurdjieff è l’auto-osservazione, che implica una costante attenzione a sé stessi e alle proprie azioni. Questo è parallelo alla pratica della mindfulness, che incoraggia la presenza mentale e l’osservazione non giudicante dei propri pensieri, emozioni e sensazioni. Entrambi i metodi utilizzano queste pratiche per sviluppare una maggiore consapevolezza e controllo sulle proprie reazioni.
Superamento degli Automatismi
Gurdjieff credeva che l’essere umano fosse una macchina condizionata da influenze esterne e abitudini inconsce. La mindfulness, similmente, mira a interrompere il “pilota automatico” della mente, permettendo agli individui di rispondere in modo più consapevole e meno reattivo alle situazioni quotidiane. Entrambi i sistemi cercano di liberare l’individuo dagli schemi mentali automatici per raggiungere una maggiore libertà interiore.
Pratiche Meditative
Le pratiche meditative sono fondamentali sia nel sistema di Gurdjieff che nella mindfulness. Gurdjieff utilizzava danze sacre e movimenti specifici per favorire il risveglio della consapevolezza e l’armonia tra corpo, mente ed emozioni. La mindfulness, d’altra parte, include pratiche formali come la meditazione sul respiro, la scansione corporea e la meditazione camminata, tutte finalizzate a sviluppare la presenza mentale e la consapevolezza del corpo.
Obiettivo di Trasformazione Interiore
Entrambi i sistemi mirano a una trasformazione interiore profonda. Gurdjieff parlava di risveglio della vera essenza dell’individuo attraverso un lavoro interiore costante. La mindfulness, similmente, cerca di trasformare la relazione dell’individuo con i propri pensieri e emozioni, promuovendo una maggiore accettazione e compassione verso sé stessi e gli altri.
In sintesi
Il pensiero di Gurdjieff e la moderna pratica della mindfulness condividono l’obiettivo di risvegliare la consapevolezza e superare gli automatismi mentali, utilizzando pratiche di auto-osservazione e meditazione per promuovere una vita più consapevole e autentica.
Gurdjieff fondò l’Istituto per lo Sviluppo Armonico dell’Uomo, dove insegnava le sue pratiche, tra cui le danze sacre conosciute come “Movimenti”. Queste danze erano un mezzo per trasmettere conoscenze spirituali e favorire lo sviluppo armonico dell’individuo.
Il suo insegnamento ha influenzato numerosi intellettuali e artisti, tra cui l’architetto Frank Lloyd Wright, la scrittrice P.L. Travers (creatrice di Mary Poppins) e la poetessa Katherine Mansfield. Anche musicisti come Franco Battiato e Keith Jarrett hanno tratto ispirazione dalle sue idee.
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Fonti
Incontri con uomini straordinari, Georges Ivanovič Gurdjieff
La vita è reale solo quando «Io sono», Georges Ivanovič Gurdjieff
I racconti di Belzebù a suo nipote, Georges Ivanovič Gurdjieff